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Il neroli è un sempreverde con foglie lucenti, fiori bianchi molto profumati e frutti un po’ più piccoli di quelli dell’arancio dolce ma con polpa amara. L’olio essenziale di Neroli, anche conosciuto come olio essenziale di arancia amara, è estratto dai fiori di questo piccolo albero il cui nome scientifico è Citrus aurantium subs. Amara.


L’olio essenziale di arancia dolce è estratto dalla scorza del frutto mentre l’olio essenziale di Neroli è prodotto dai fiori d’arancio ed è molto dolce caratterizzato da note speziate ed il suo profumo porta con sè una vera e propria sferzata di primavera nelle nostre case.


Principali proprietà dell'olio essenziale di neroli

L'olio essenziale di neroli è indicato come antidepressivo, riequilibrante, blando sedativo, antinfiammatorio, stimolante del sistema immunitario e afrodisiaco, le sue proprietà aromaterapiche donano calma, rilassamento, attenuano gli stati ansiosi e possono essere utile nei casi di insonnia da "overthinking".


Applicando sulla pelle del viso poche gocce, diluite nella vostra crema idratante, l'olio essenziale di neroli stimola la rigenerazione di nuove cellule ritardando l’invecchiamento ed è un eccezionale seboregolatore.


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Immagine del redattoreBiba Art Studio

Aggiornamento: 28 mar 2022

"Bruciato per purificare l’aria nelle cerimonie religiose dell’antica Grecia, simbolo di amore e morte nelle parole del poeta latino Orazio – “Se vuoi guadagnarti la stima dei morti porta loro corone di rosmarino e mirto” – acqua di colonia preferita da Napoleone, che la considerava un eccellente stimolante della concentrazione mentale, intuizione corroborata da studi recenti, il rosmarino ha accompagnato il cammino dell’uomo pencolando tra cucina, cosmesi e dispensa medica."

Licia Granello


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Immagine del redattoreBiba Art Studio

"Vorrei che tutti si schierassero al nostro fianco per proteggere l'Amazzonia."


Ha esordito con queste parole Sebastião Salgado alla presentazione della sua mostra "Amazônia" che, dal 1° Ottobre al 13 Febbraio 2022, sarà esposta al Maxxi di Roma con la straordinaria colonna sonora binaurale creata da Jean-Michel Jarre in cui i suoni della foresta, lo scroscio dell'acqua, i canti degli uccelli e i versi degli altri abitanti dell'Amazzonia, si fondono e avvolgono i visitatori permettendo così un'esperienza unica, come se fossero realmente immersi nel fitto della foresta amazzonica.

La curatrice della mostra, Lélia Wanick Salgado, compagna di vita e di ideali del grande fotografo, presenta una raccolta di più di 200 immagini in bianco e nero selezionate tra le migliaia scattate nei sei anni in cui Lélia e Salgado visitano ed esplorano l'Amazzonia e i suoi abitanti.


Un manifesto ecologista che denuncia lo scempio che sta avvenendo nel polmone verde della Terra ma che mira anche a far conoscere realtà che gran parte del mondo ignora. Nelle aree protette, dove ancora vivono tribù indigene, la natura è rimasta intatta, Salgado ci mostra un'Amazzonia potente e impetuosa e ci avvicina ad un mondo magico, ancora incontaminato e legato ai cicli della natura, un mondo che dobbiamo preservare.


Gli intensi scatti che il grande fotografo brasiliano dedica alla comunità indigena, depositaria di antiche conoscenze, ci mostrano tribù fiere e consapevoli. "Le donne in Amazzonia sono molto attive", dice ancora Salgado, "perché si sono rese conto di essere le vere depositarie della cultura indigena."




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